PENISOLA SORRENTINO-AMALFITANA: AREA MARINA PROTETTA ALLA DERIVA COME LE BOE DI SEGNALAMENTO

PENISOLA SORRENTINO-AMALFITANA: AREA MARINA PROTETTA ALLA DERIVA COME LE BOE DI SEGNALAMENTO

PENISOLA SORRENTINO-AMALFITANA: AREA MARINA PROTETTA ALLA DERIVA COME LE BOE DI SEGNALAMENTO

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Sono in tanti ormai a chiedersi chi controlla la scellerata gestione dell’Area Marina Protetta (dai 100 ai 120mila  euro di stipendio annuo per il direttore più personale da più di 15 anni assunti da una società interinale senza ricambio, addetto stampa senza contratto) che da mesi non riesce a ricollocare boe di segnalazioni nel tratto di mare di sua competenza.

Mentre fervono i preparativi per mettere a mare boe di ormeggio a pagamento nei pressi dell’Isca ( si aspetta forse il termine dei lavori sull’isolotto sotto la vigile presenza della Soprintendenza – la villa romana è stata vincolata da poco – )  mancano le quattro boe di segnalamento di zona (A) al Vervece più quella del correntometro , le quattro alla Vetara, sempre zona (A), quella d fronte alla Regina Giovanna, alla baia di Mitigliano, tra Recommone e l’Isca a Tordigliano.

Tre di queste boe alla deriva “pescate” dai gestori, giacciono abbandonate in un terreno di via San Nicola a Sorrento!.

In compenso sono comparse, da qualche giorno, due boe sempre alla deriva, mettendo a rischio la navigazione notturna (Capitaneria e Guardia di Finanza dovrebbero intervenire a tutela della salvaguardia della vita umana in mare) nei pressi di San Montano forse in attesa di qualche destinazione d’uso.

Nel frattempo continua il passaggio delle imbarcazioni nelle zone A dell’Area marina protetta per la mancanza di perimetrazione visiva e per quanto riguarda il Vervece, Santuario dei Sub, qualche incursione di pescatori segnalata da “vedette” locali.  Sindaci e delegati dei comuni componenti il consiglio d’Amministrazione della Riserva, ” chi controlla i controllori”

Intanto un gruppo di diportisti, riuniti in comitato, stanno preparando una lettera di proteste al Ministero per la gestione “molto redditizia” e poco ambientale della Riserva.

Gaetano Milone

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